Mangiare in quarantena

Il Decreto #IORESTOACASA ha importanti conseguenze che possono influire sul nostro fabbisogno energetico e sul nostro comportamento alimentare:

La riduzione dell’attività motoria giornaliera, a causa della chiusura delle scuole, delle palestre e delle associazioni sportive, ma anche dei luoghi di lavoro. Lo smart working, la cessazione di tutte le attività ludico-sportive e in generale l’invito ai soli spostamenti essenziali ha determinato una significativa riduzione del fabbisogno energetico giornaliero, a cui dovrebbe corrispondere una riduzione dei consumi alimentari;

L’ansia, lo stress e la noia che possono subentrare in questo momento possono favorire il cosiddetto “emotional eating”, ossia il ricorso al cibo come meccanismo di compensazione. Questo comporta il consumo di cibo generalmente ricco di zuccheri e grassi e quindi ipercalorico;

La necessità di ridurre le uscite per fare la spesa induce un maggior consumo di alimenti conservati, che generalmente hanno un maggior contenuto di sodio, grassi e conservanti, e una minor disponibilità di frutta e verdure fresche, peggiorando la qualità della dieta.

Le conseguenze sono non solo l’aumento del peso corporeo, ma anche un peggioramento delle condizioni di salute in coloro che sono affetti da sovrappeso, obesità, diabete e ipercolesterolemia.

I CONSIGLI DEI NUTRIZIONISTI ITALIANI

  1. Per evitare un aumento di peso, meglio mettere in tavola solo quello che si è deciso di mangiare, ma anche ridurre il consumo di bevande zuccherate ed altri prodotti ricchi di zuccheri, l’abuso di sale e di condimenti ricchi di grassi;
  2. Consumare almeno 5 porzioni al giorno di frutta e verdura, fonti di minerali e vitamine utili a rafforzare le difese immunitarie e la protezione delle vie respiratorie;
  3. Mantenere una regolare, seppur limitata, attività motoria in casa con cyclette, tapis roulant, ginnastica a corpo libero affidandosi ai video-tutorial di Insegnanti e Maestri. Oltre ai nostri video su YouTube, potete fare movimento insieme a noi grazie alle dirette Facebook che organizziamo sulla nostra pagina;
  4. Esporre ogni giorno braccia e gambe al sole per 15-30 minuti per favorire la sintesi di vitamina D;
  5. Dedicare maggiore attenzione e un po’ più di tempo alla preparazione di cibi più salutari e più gustosi, nel rispetto delle tradizioni mediterranee;
  6. Non assaggiare durante la preparazione dei piatti e non mangiare in piedi. Meglio apparecchiare ogni volta la tavola e dedicare tempo alla convivialità. Questo aiuta (soprattutto) i ragazzi ad avere un’alimentazione varia, ricca di frutta, verdura e legumi;
  7. Fare in modo che i bambini aiutino nella preparazione del cibo. Questo eviterà la noia e i capricci e renderà più semplice mangiare ciò che si è scelto e si è aiutato a preparare.

Incrementare l’attività fisica, cucinare, dedicarsi ad hobby e passatempi creativi (giardinaggio, pittura, lettura, gioco ecc.) è di grande aiuto anche per contrastare l’emotional eating.

Fonti:

Simona Bertoli, Professoressa di Scienze alimentari e dietetiche dell’Università degli Studi di Milano e Responsabile dell’Unità per l’obesità e del Laboratorio di ricerca sull’alimentazione e sull’obesità dell’Istituto Auxologico Italiano.

SINU (Società Italiana di Nutrizione Umana)

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